A colloquio con il dr Marzio Todisco, Desenzano del Garda (BS).
Si può fare GBR in tempi di crisi?
Abbiamo incontrato il dr Marzio Todisco di Desenzano, autore, tra gli altri, di un lavoro pubblicato sull’European Journal of Oral Implantology sul carico precoce di impianti posizionati in osso rigenerato in direzione verticale.
A Dicembre il dr Todisco terrà un corso di GBR di due giorni che include anche una sessione hands-on su modello animale. Di seguito riportiamo stralci del nostro interessante incontro.
Siamo in tempi di crisi economica che influenza anche il mondo odontoiatrico. Come considera e colloca la terapia rigenerativa GBR in questo contesto?
Ritengo che la GBR sia UNA delle carte vincenti:
1 – la GBR crea le condizioni per una terapia di successo a lungo termine: è inutile posizionare impianti in siti “improbabili”. Questo è quanto dobbiamo condividere con i pazienti.
2- tutto ciò che è appannaggio di pochi (odontoiatri) rappresenta un segno distintivo e i nostri pazienti comprendono perfettamente che forniamo prestazioni “fuori dalla norma”.
3- la GBR è una terapia lunga e quindi molto modulabile in termini economici per il paziente.
E’ ovvio che il processo richiede tempo perché c’è una curva di apprendimento, le terapie sono lunghe e non si può pretendere di impiegare la GBR come punto di forza se ne eseguiamo 3 all’anno. Occorre molta pazienza, ma sicuramente verrà ripagata.
La scelta tra membrane riassorbibili e non riassorbibili è sempre oggetto di discussione. Qual è la sua opinione in merito?

Membrane riassorbibili multiple stabilizzate con pins.
Direi che la letteratura internazionale ci dice poco, per non dire nulla, sulla VERA terapia rigenerativa eseguita con membrane riassorbibili. A mio avviso la GBR con membrane riassorbibili fornisce risultati non ripetibili; al contrario la GBR eseguita con membrane non riassorbibili, ovviamente in assenza di esposizioni precoci, ci regala praticamente il 100% di predicibilità di risultati. Purtroppo molti cercano di mettersi al riparo dagli insuccessi dovuti all’esposizione di una membrana in PTFE-e non sapendo che le uniche e poche possibilità di ottenere successo con membrane riassorbibili è sempre comunque legato alla non esposizione della medesima. Quindi la criticità della procedura, ossia la gestione dei lembi, è un aspetto dal quale non si può prescindere sia un caso che nell’altro.
La tecnica GBR richiede tecniche specifiche d’esecuzione soprattutto per evitare le esposizioni. Lei ricorre ad accorgimenti particolari?

Guarda un caso clinico
Veramente mi sembra ci sia poco spazio per la fantasia: la procedura è delicata ma anche semplice, perché perfettamente protocollata. Il segreto, se così si può dire, è imparare a rendere passivi i lembi. Nei casi di GBR mandibolare raramente si ricorre al rilascio del periostio del lembo linguale perché c’è una tecnica di scollamento che io ho appreso qualche anno fa dal Dr M. Pikos in Florida che è di una semplicità commovente, oltre che molto efficace. Qualche problema lo possiamo incontrare nella gestione dei lembi palatini che essendo inestensibili ci obbligano talvolta ad assottigliamenti magari con ribaltamento di connettivo del lembo stesso per ottenere chiusure primarie prive di tensione.
Per molti anni ha utilizzato membrane non riassorbibili Gore-tex® e da oltre un anno utilizza membrane non riassorbibili Cytoplast®. Che differenze ha trovato?

Membrana Cytoplast® in situ L’osso al momento dell’esecuzione delle osteotomie implantari
Cytoplast® mi sembra un’ ottima membrana che non ha nulla da invidiare alle vecchie membrane in PTFE-e: mantiene bene la forma imposta dal rinforzo in titanio, la rimozione dopo molti mesi di permanenza sembra più agevole e clinicamente i risultati sono ottimi. Dalle prime riaperture mi sembra che non si evidenzi il tipico strato di connettivo di qualche decimo di mm interposto solitamente tra membrana e tessuto rigenerato, ma è un’impressione da convalidare con un’ esperienza di utilizzo più “robusta”.
A Dicembre organizzeremo un corso teorico e pratico. Qual è il messaggio che vorrebbe rivolgere ai colleghi che stanno valutando la partecipazione?
Mi sembra un’ottima occasione per condividere le esperienze tra colleghi e visto che il tema sarà la rigenerazione, direi un’ottima occasione per chiarire dubbi e fugare i timori di quella che, da un ventennio, forse rappresenta la disciplina odontoiatrica più ostica di ogni altra. Servirà ai più esperti per lanciarsi verso la vera rigenerazione ossea e ai meno esperti per capire che occorre iniziare con gradualità, dai casi più semplici ai più complessi. E’ poco utile prescindere dall’ovvia curva di apprendimento e pretendere di eseguire fin dall’inizio GBR da molti mm con il rischio di incorrere in frustranti insuccessi che hanno minato, proprio in questi ultimi vent’anni , la credibilità di una procedura che se ben condotta ci consente di inserire più impianti.
Buon lavoro a tutti. |