Equimatrix® ed il lembo linguale: intervista con il dr Paolo Rossetti di Milano.

Video

Video: Equimatrix nella Rigenerazione Ossea Guidata Mandibolare.

Dr. Paolo Rossetti
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Casi clinici

Aumenti di volume orizzontali e verticali con tecnica GBR con l’impiego di osso eterologo (Equimatrix®) e membrane in dPTFE (Cytoplast® Ti250).

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Poster

Surgical Anatomy of the lingual Flap in Guided Bone Regeneration Procedures: Report of three Cases.

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Incontriamo il dott. Paolo Rossetti di Milano per discutere di alcuni temi di chirurgia rigenerativa. Conosciamo il dott. Rossetti sin dagli inizi della sua carriera di “rigeneratore” e lo abbiamo seguito in questi anni nel suo percorso professionale.

Appassionato di informatica ed assiduo contributore di blog dedicati all’implantologia, ha vinto il premio per il miglior poster (categoria case report) al recente congresso nazionale della SIO con un lavoro sull’anatomia chirurgica del lembo linguale.

D – Recentemente ha avuto modo di utilizzare Equimatrix®, sostituto d’osso eterologo, per la rigenerazione ossea guidata. Quali sono le sue impressioni?

R – Personalmente ho eseguito un numero limitato di chirurgie, i cui esiti non possono avere valenza scientifica. Tuttavia le prime impressioni sono positive.

D – In effetti ci risulta che alcuni suoi casi di GBR hanno attirato l’interesse dell’azienda statunitense Osteohealth, il produttore di Equimatrix®…

R – È vero, sono stato contattato da New York dal direttore commerciale di Osteohealth che mi ha proposto una collaborazione, dopo aver visto un mio caso di GBR verticale su un noto portale internet dedicato all’implantologia. In effetti quel caso in particolare presentava alcune peculiarità interessanti.

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D – A cosa si riferisce?

R – Durante la seconda chirurgia, mentre stavo rimuovendo la membrana, ho inavvertitamente asportato un piccolo lembo di pseudoperiostio, quel sottile strato di connettivo che ricopre l’osso neo-formato, denudando così l’innesto.

Si trattava di una rigenerazione verticale, quindi biologicamente impegnativa, a soli 6 mesi dalla prima chirurgia e mi sarei aspettato di poter distinguere ancora i granuli di biomateriale in superficie. Al contrario l’innesto appariva perfettamente corticalizzato e pressochè indistinguibile dall’osso basale circostante. Questo aspetto si può notare sia nella documentazione fotografica sia in quella video.

D – Conclusioni?

R – Penso che questo risultato (ottimo nel suo aspetto intraoperatorio) sia dovuto al connubio tra un biomateriale che funziona ed una risposta biologica del paziente insolitamente favorevole.

Altri casi di GBR voluminose hanno avuto performance buone, sebbene più “normali”.


Guarda il caso in video

D – Come mai ha scelto di utilizzare il solo osso eterologo anche per procedure rigenerative verticali?

R – La scelta è stata dettata dal desiderio di evitare il prelievo di osso autologo e dalla difficoltà di proporre ad alcuni pazienti un sostituto osseo omologo, cioè di derivazione umana. Iniziano, comunque, ad emergere studi che confermerebbero l’efficacia del solo eterologo.

D – Ha mai avuto esposizioni di membrana?

R – Per il momento no. Prima o poi accadrà, immagino, per cui sono molto interessato all’esperienza dei colleghi su questo tipo di complicanza. Devo dire di aver ricevuto un ottimo insegnamento a riguardo dall’amico e maestro Dott. Marco Ronda di Genova.

Tuttavia in seguito ad interventi di GBR ho avuto, soprattutto agli inizi, alcune soffusioni ematiche importanti. E’ probabile quindi che una certa mia tendenza ad iper-passivare i lembi da un lato mi abbia messo al riparo dalle esposizioni, dall’altro abbia favorito l’insorgenza di piccole complicanze emorragiche. La parola “passivazione” è elegante, ma la biologia, che di semantica non sa nulla, la interpreta come un’aggressione chirurgica.

D – Ci fa vedere anche altri casi?

Aumenti di volume orizzontali e verticali con tecnica GBR con l’impiego di osso eterologo (Equimatrix®) e membrane in dPTFE (Cytoplast® Ti250).

D – Il suo poster sull’anatomia del lembo linguale, tema di grande attualità, ha vinto il primo premio nella categoria case report all’ultimo congresso della Società Italiana di Implantologia Osseointegrata (SIO). Ci vuole accennare al suo contenuto?

R- La passivazione del lembo linguale ha sin dall’inizio suscitato il mio interesse. Approfondendo l’argomento ho appreso che la letteratura proponeva diverse tecniche, ma di queste faticavo a cogliere un filo conduttore comune. In base ad alcune osservazioni intraoperatorie ho evidenziato l’esistenza di uno stretto rapporto anatomico tra il muscolo miloiodeo ed il periostio linguale, che spiega la possibilitá di separare facilmente le fibre superficiali del muscolo dal suo piano profondo. Ritengo che questo comportamento del tessuto, non descritto in precedenza, consenta di comprendere appieno il significato delle tecniche proposte in passato.

D – Quali sono i risvolti pratici delle sue osservazioni?

R – Si tratta sostanzialmente di un piccolo contributo al dettaglio anatomico di un’area considerata chirurgicamente delicata. Inoltre viene suggerito che la passivazione del lembo linguale richiede sempre un’interruzione del periostio. Non tutti gli autori sono concordi su questo aspetto.

D – È stato un lavoro impegnativo?

R – Sì, considerato che sono assorbito dalla libera professione. Ha richiesto più di un anno di sviluppo, numerose chirurgie, ricerche bibliografiche ed approfondimenti anatomici su cadavere. Ha comportato un certo impegno anche la parte grafica e l’impaginazione. Tutto opera del sottoscritto.

Desidero comunque ringraziare i colleghi esperti di GBR che mi hanno supportato con dei consigli e De Ore per l’incoraggiamento ed alcuni utili suggerimenti. Devo inoltre ringraziare il dott. Luigi Grivet Brancot di Torino per avermi messo a disposizione una sessione del corso di anatomia su cadavere di Liegi, da lui diretto, per alcuni approfondimenti anatomici.

D – L’argomento trattato è molto tecnico. Se qualcuno dei nostri lettori desiderasse ulteriori delucidazioni a riguardo?

R – Chi lo desidera può contattarmi personalmente via mail p.rossettimilano@gmail.com oppure pubblicamente sul blog di Osteocom (http://bit.ly/anatomialembo), dove queste osservazioni sono state pubblicate l’anno scorso.

D – Cosa le piace di più nella vita?

R –  Cercare, qualche volta trovare e (più raramente) riuscire. Che cosa, poco importa. E’ una questione di metodo.